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"Silvana Gatti, ovvero: i colori delle idee"
Silvana Gatti usa tela, pennello e colori come farebbe un narratore con la macchina da scrivere. La sua è una lucida analisi dei fenomeni che caratterizzano gli ultimi anni del secondo millennio e i primi del terzo, resa quanto mai suggestiva e pregnante da un telaio figurativo e cromatico sempre più maturo.
Dalla denuncia contro le manipolazioni della scienza all'esecrazione dell'insensata violenza guerresca, dalla cupa visione di un futuro inquinato e minaccioso alla struggente malinconia di un antico mondo ideale, una volta che ci si incammina sulle orme della pittrice torinese diventa pressoché impossibile trattenere il passo.
Lo sguardo impatta la tela, la attraversa, la penetra, imprigionato da suggestioni semantiche di complessa lettura cerebrale ma -al tempo stesso- di straordinaria immediatezza nell'interpretazione del cuore.
Dal punto di vista più strettamente espressivo, la scelta delle tonalità, della luminosità, della tensione e dello spessore del tratto, delle stesse dimensioni delle tele, non risultano mai casuali, ma strettamente pertinenti allo stato d'animo del "faber" che, puntualmente, finiscono poi per riflettersi con assoluta fedeltà in quello del "fruitor".
PATRIZIO PACIONI (Luglio 2007)
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